Il video mostra la protesta degli studenti, durante il G8 università di Torino, per il rilascio di tre compagni fermati dalla polizia. I tre studenti, a quanto pare, durante una carica di "alleggerimento" vengono presi a caso nel mucchio e "fermati" da alcuni poliziotti (dal video sembra che alcuni poliziotti non rispondono più a quelle che potrebbero essere le grida di un superiore di bloccarsi, di arrestare la carica). L'aspetto più interessante nell'accaduto è, a mio avviso, la protesta protratta a oltranza fino al rilascio dei tre studenti fermati, QUINDI LA SOLIDARIETA' DIMOSTRATA VERSO I COMPAGNI ARRESTATI.
DA NOTARE IL DITO ALZATO DEL SIGNORE IN GIACCA CHIARA E PANTALONI ROSSI (INTORNO AI TRE MINUTI E MEZZO DI VIDEO) CHE PROVOCA ALLA LUCE DEL SOLE GLI STUDENTI IN MANIFESTAZIONE. SAREBBE INTERESSANTE SAPERE SE IL SIGNORE IN QUETIONE E' IN QUALCHE MODO LEGATO ALLA GESTIONE DELLA PIAZZA O, COME POSSA PERMETTERSI TALE ATTEGGIAMENTO QUALORA NON LO FOSSE. IN MOMENTI DEL GENERE NON EMARGINARE I PROVOCATORi E' SBAGLIATISSIMO.
non credo alla tesi dei manovrati e dei manovratori (conoscendo gli ambienti antagonisti, dai quali provengo) ma credo sia necessaria la chiarezza.... penso, inoltre, che l'aspetto più importante in questa vicenda sia la solidarietà (dimostrata tutti compatti) dei compagni nei confronti dei compagni. partiamo sempre dal presupposto che quelli dentro potremmo essere noi; anzi samo noi! la solidarietà è una delle poche armi che ci rimane da impugnare
SIATE CAPACI DI SENTIRE NEL PIù PROFONDO DI VOI STESSI OGNI INGIUSTIZIA COMMESSA CONTRO CHIUNQUE IN QUALSIASI PARTE DEL MONDO: E' LA QUALITA' PIU' BELLA DI UN RIVOLUZIONARIO. CHE GUEVARA
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ve l'avevamo detto...
"Owners of capital will stimulate working class to buy more and more of expensive goods, houses and technology, pushing them to take more and more expensive credits, until their debt becomes unbearable. The unpaid debt will lead to bankruptcy of banks which will have to be nationalized and State will have to take the road which will eventually lead to communism."
Karl Marx, 1867
Mario Rignoni Stern
(Venezia) 20 gennaio 2007
Cari Compagni, sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze.
È molto più bello Compagni che “Camerata” come si nominano coloro che frequentano lo stesso luogo per dormire, e anche di “Commilitone” che sono i compagnid’arme.
Ecco, noi della Resistenza siamo Compagni perché abbiamo sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme, vissuto il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere.
Oggi che, come diceva Primo Levi, abbiamo una casa calda e il ventre sazio, ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere e ci sediamo a sonnecchiare davanti alla televisione.
All’erta Compagni! Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì, e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza.
Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci lusingare da una civiltà che propone per tutti autoveicoli sempre più belli e ragazze sempre più svestite.
Altri sono i problemi della nostra società: la pace, certo, ma anche un lavoro per tutti, la libertà di accedere allo studio, una vecchiaia serena; non solo egoisticamente per noi, ma anche per tutti i cittadini. Così nei diritti fondamentali della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.
Vi giunga il mio saluto, Compagni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Resistenza sempre.
grazie perchè anche questa è informazione, coloro che incitano alla violenza sono degli illusi e spesso manovrati coscientemente o meno Luigina
RispondiEliminaAnonimo ha detto...
RispondiEliminanon credo alla tesi dei manovrati e dei manovratori (conoscendo gli ambienti antagonisti, dai quali provengo)
ma credo sia necessaria la chiarezza....
penso, inoltre, che l'aspetto più importante in questa vicenda sia la solidarietà (dimostrata tutti compatti) dei compagni nei confronti dei compagni.
partiamo sempre dal presupposto che quelli dentro potremmo essere noi; anzi samo noi!
la solidarietà è una delle poche armi che ci rimane da impugnare
SIATE CAPACI DI SENTIRE NEL PIù PROFONDO DI VOI STESSI OGNI INGIUSTIZIA COMMESSA CONTRO CHIUNQUE IN QUALSIASI PARTE DEL MONDO: E' LA QUALITA' PIU' BELLA DI UN RIVOLUZIONARIO.
CHE GUEVARA
CLASSECOSCIENTE