"la clase operaia è andata all'inferno"

lunedì 31 agosto 2009

SI LOTTI DAI TETTI!

(fonte partito sociale)
Sabato 29 Agosto 2009 13:30 Un gruppo di 7 donne, tutte docenti precarie con oltre 10 anni di insegnamento alle spalle, sono salite sul tetto del provveditorato agli studi di Benevento per iniziare un'occupazione ad oltranza per protesta contro i tagli della riforma Gelmini.

"Contro il più grande licenziamento di massa. 20000 in Italia, 500 a Benevento. Vogliamo un futuro": così recita lo striscione calato dal tetto dell'edificio.
Le donne del "Comitato Insegnanti Precari" hanno installato un gazebo sul tetto per proteggersi dal caldo soffocante ed hanno scorte alimentari sufficienti per resistere per diverse settimane.
Hanno già annunciato l'intenzione di resistere ad oltranza fino a quando non verranno risposte: "faremo come gli operai dell'Innse, scenderemo da qui solo quando avremo una risposta concreta contro i licenziamenti e la disoccupazione" afferma Elvira, una delle insegnanti sul tetto.
Il presidio permanente, promosso da diversi giorni all'esterno dell'Ufficio Scolastico Provinciale, si è così trasformato di fatto in un sit-in di solidarietà con le insegnanti sopra il tetto: altre decine di docenti, insieme agli attivisti del centro sociale Depistaggio, militanti del sindacalismo di base, stazionano fuori l'edificio, anche per dissuadere eventuali azioni repressive da parte delle forze dell'ordine.
L'obiettivo è coinvolgere le centinaia di insegnanti che in queste ore si accalcano presso gli uffici per l'imminente pubblicazione delle graduatorie provinciali.
Oggi pomeriggio alle ore 17 le insegnanti del CIP terranno una conferenza stampa sotto il provveditorato, dove con il megafono avranno la possibilità di intervenire anche le occupanti dal tetto. Alle ore 18 il programmato incontro con il sindaco e la giunta comunale di Benevento si svolgerà necessariamenti sul tetto dell'edificio.

COMITATO INSEGNANTI PRECARI SANNITI

per ulteriori informazioni: 3346976405 (Daniela Basile, una delle insegnanti del CIP sul tetto)

giovedì 27 agosto 2009

Ma la crisi non era finita?


27 ago. 2009
Intorno alle 20 i Lavoratori in occupazione alla LAMSE sono saliti sui tetti

27 ago. 2009
I compagni ancora ai cancelli della BULLERI di Cascina


25 ago. 2009
Ieri notte, alla LAMSE, azienda dell’indotto FIAT di Melfi di fronte alla decisione dei lavoratori di occupare la fabbrica in seguito al licenziamento di tutte le maestranze da parte dell’azienda, un guardiano privato dell’azienda stessa ha minacciato i lavoratori puntando verso di loro la pistola ed esploso numerosi colpi d’arma da fuoco. I lavoratori, non si sono fatti intimidire e hanno occupato comunque la fabbrica in difesa dei posti di lavoro.

24 ago. 2009
Lunedì i lavoratori e le lavoratrici della LAMSE hanno occupato la sede della Confindustria.


15 ago. 2009

7 lavoratori dell'ACR che prestano servizio come guardie giurate si arrampicano sul colosseo contro i licenziamenti.

14 ago. 2009
I compagni della INSE dopo 9 giorni di lotta scendono vittoriosi dal carroponte sul quale erano saliti per difendere la dignità del lavoro contro la becera speculazione di un padrone tra tanti.



venerdì 7 agosto 2009

NO PONTE!

SABATO 8 AGOSTO 2009 MANIFESTAZIONE CONTRO IL PONTE
ORE 18 PIAZZA CAIROLI MESSINA




mercoledì 5 agosto 2009

[Tratto dal documentario sulla lotta della Innse di Silvia Tagliabue. La storia della piccola fabbrica di meccanica pesante milanese, ultimo baluardo del polo industriale che è stata la Innocenti di via Rubattino. Autore: CUBvideo]



(per informazioni sulla lotta dei Compagni alla INNSE consigliamo il sito dei lavoratori delle officine Piaggio http://manifestino.blogspot.com/)

martedì 4 agosto 2009

INNSE

QUI RIPORTIAMO L'APPELLO DEI LAVORATORI INNSE PUBBLICATO IL 19 06. PURTROPPO, AD OGGI, CONTINUANO AD ARRIVARE SOLO NOTIZIE DI SGOMBERI, PESTAGGI E REPRESSIONE!
SOLIDARIETA' AI COMPAGNI OCCUPANTI LE OFFICINE INNSE!!!


Operai della Provincia di Milano

Chiediamo il vostro aiuto


Siamo gli operai della Innse, da più di un anno resistiamo alla chiusura della fabbrica.
Presidiamo lo stabilimento giorno e notte sabato e domenica.
Siamo stati licenziati, messi in mobilità ma non ci siamo arresi, finchè c'è la fabbrica e ci sono gli operai c'è la possibilità di riprendere il lavoro.
Tutti dicono che i posti di lavoro non vanno cancellati, si fanno belli parlando delle politiche attive del lavoro, dimostrino cosa sono capaci di fare.
Noi, come operai INNSE, abbiamo dimostrato lavorando, gestendo direttamente la produzione contro la decisione del padrone di cessare l'attività, che la fabbrica funzionava e funziona.
Lo abbiamo fatto da giugno a settembre dello scorso anno, finchè su ordine del magistrato siamo stati messi fuori dalla fabbrica, ci siamo accampati in portineria e da quel giorno non siamo andati più via. Diversi acquirenti si sono proposti per acquisire la fabbrica ma il vecchio padrone aveva altri interessi, in accordo con l'immobiliare voleva ripulire il capannone e vendersi tutte le macchine.
Per un anno ha tentato e ritentato di smontare il macchinario, si è fatto scortare dalle forze dell'ordine, fino a far picchiare a manganellate gli operai che si opponevano, è successo il 10 febbraio. Un fatto che ci rimarrà impresso nella memoria.
Da quel giorno tutti hanno capito che le istituzioni non potevano perdere la faccia per un rottamaio del genere e lo hanno consigliato di calmarsi. Ma non è servito, ha iniziato col vendersi quattro macchine ed ha mandato il nuovo padrone con l'ufficiale giudiziario per iniziare a smontarle. Naturalmente li abbiamo respinti.
Naturalmente ha preso in giro anche coloro che stanno ai diversi livelli istituzionali e che stanno cercando una soluzione per riprendere la produzione in INNSE.
Naturalmente il decreto di smontaggio è finito nelle mani di Prefetto e Questura e tocca a loro decidere quando e come con la forza lo attueranno.
In questa situazione, operai della Provincia di Milano vi chiediamo un aiuto diretto, la nostra unica forza è il numero.
Noi siamo decisi a non far mettere mano sul macchinario finchè è aperta la porta di una ripresa della fabbrica ma da soli non possiamo farcela. Centinaia di operai sui cancelli, il giorno del prossimo colpo di mano, convinceranno tutti che è meglio desistere da questa prova di forza.
Operai delle fabbriche della Provincia di Milano, vi chiediamo il sostegno diretto perché siamo convinti che la lotta della INNSE non è solo la nostra lotta, è la lotta di tutti gli operai che sono stati buttati in mezzo alla strada, di tutti quegli operai che ricattati hanno subito la chiusura delle loro fabbriche ma non si sono rassegnati.
Se l'INNSE resiste tutti possono resistere, e l'INNSE potrà resistere solo con il vostro sostegno.
Confermate la vostra solidarietà.
Aderite al presidio della INNSE, telefonate a 349 520 5238
Le RSU della INNSE Milano Lambrate 22 giugno 2009
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